Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

sabato 29 aprile 2017

Primavera 3.0

Elicotteri in assetto antisommossa
pattugliano il panorama di un addio
a finestre rassegnate, a tetti spalancati
in uno sbadiglio che trascina il suo stupore
da settant’anni, da quando ha avuto inizio
un brindisi alla perduta memoria
che dura tuttora e ha attraversato indenne
le mode, i governi e le generazioni –
spettri elettromagnetici, eventi tellurici
mettono alla prova la capacità
di adattamento alla nuova abitudine –
ecco il paese dei manganelli,
dove si muore di nostalgia
o per tradizione, oppure
si sopravvive per mancanza di scelta,
di un luogo consono, eventualmente,
ad una sosta in seconda fila,
appena per il tempo di un caffè,
di una sveltina in mezzo al traffico
corretta con pezzi da cinquanta
per sostenere l’economia del sottobanco -
“bella bestia, hai qualcosa per me?”
cuori di bue in salamoia per la mia bella,
qualcosa di cui non deve sapere,
qualcosa su cui poter fingere
di non sentirsi complice quando
chiude gli occhi per guardarsi intorno,
per continuare a credere
alle storie che si racconta –
navi mercantili sbarcano carichi
di carne umana da assoggettare
alla propaganda, da schiavizzare
sulle televisioni, da incatenare
nelle piazze bene in vista affinché
nessuno possa più sentirsi umano,
affinché nessuno si sogni di scappare –
le strade rigurgitano paure scatenate,
aizzate come cani da combattimento
dopo settimane di digiuno e botte,
bestie inselvatichite pronte
ad azzannare per un pezzo di pane,
per poche maledette monete,
per il posto migliore da dove
veder passare l’abbondanza –
chioschi di giornali vestiti a festa
celebrano l’entrata in guerra
contro i poveri, gli sfigati e i miscredenti,
contro i cambiamenti di stati ed equilibri,
contro i pericoli delle evoluzioni
a corpo libero e senza protezioni
dell’avanguardia darwiniana che invano
precede, senza alcun seguito –
santi numi del lunario nazionale,
calciatori, cantautori e celebrità
irrisorie, titolari di festività
appositamente istituite
cui votarsi alla bisogna,
difensori della fede nell’ignoranza
e nell’ipocrisia, nei secoli dei secoli
proteggete il vostro popolo dalla libertà,
dal buon senso e dalla responsabilità,
dalla logica e dalla giustizia,
affinché abbia ogni giorno di che lamentarsi –
fuori tutti e noi chiusi dentro a sbranarci
per solitudine o per diletto, per il sollazzo
di chi tiene la cassa e conta il profitto,
di chi stacca i biglietti all’ingresso,
di chi apparecchia diffusioni via etere
in alta definizione quadrifonica,
esperienza iperrealistica
a totale immersione solo
nei salotti più esclusivi –
la primavera è tra noi, avanza non vista;
ignorata dai più, avviluppa nuove radici
per soppiantare le vecchie avvizzite,
preparando un ritorno in grande stile
tra le evoluzioni dei giropizza,
nelle giravolte dei saltimbanchi,
sui banchetti dei ciarlatani
che spacciano pistole cariche
e deliri di onnipotenza –
i germogli appena spuntati
sono già avviati a marcire
come è giusto che sia, aridi e sterili
retaggi del passato peggiore
che ritorna ad ogni nuova stagione –
ad ogni nuova preda, possesso, spreco,
l’inferno sopra di noi e quaggiù
qualcosa di peggio, il supplizio
di possedere tutto il superfluo
e mancare di tutto il necessario.

giovedì 20 aprile 2017

Senza titolo

I cani con i capelli al vento
si godono la libertà
incuranti del guinzaglio
con cui i loro padroni
sono legati alla loro
condizione di padroni,
senza possibilità di scelta
se non quella di farsi
trascinare fuori casa
all’ora prestabilita
per la pisciata serale.

mercoledì 5 aprile 2017

Senza titolo

Questi muri mi parlano –
sussurrano la notte nel sonno
che tutto andrà bene,
che tutto andrà come
sempre deve andare –
che sorgerà il sole domani
e che se io ci sarò
o non ci sarò, non farà
alcuna differenza.