In coda all’ufficio postale
ad osservare varia umanità
in attesa del proprio turno
o di fondamentali rivelazioni
sul destino prefissato, la data
della prossima apocalisse
provocata dall’allineamento
di pianeti ostili –
le impiegate mascherano
il complotto cosmico
che si va ordendo
dietro lo sportello
e ritardano l’invio
di una raccomandata
mentre operano segretamente
la manutenzione del reticolato
atmosferico per il controllo
del tempo e delle coscienze –
negozianti cinesi vendono
sottobanco i titoli di credito
delle nostre anime, in cambio
di permessi di soggiorno
a tempo indeterminato
nel regno dei cieli
garantiti originali –
spaventati dalle donne delle pulizie
e dal loro linguaggio oscuro
fatto di telenovelas argentine
e consumati drammi coniugali,
corriamo a nasconderci
dentro rifugi anti-atomici
in cemento armato e marzapane
in mezzo al bosco stregato
da futurologi paranoici
e capipopolo isterici,
a pregare la catastrofe
che arrivi e ci porti
qualcosa di nuovo di cui parlare
per il resto della settimana.
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