Sospeso sopra un abisso di autoindulgenza
mi sporgo ansioso, combattuto se lasciarmi andare
o balzarne fuori all'ultimo istante
con grazia misurata da acrobata,
voltarmi e aspettare gli applausi -
indugio tra poesie non finite
provando a tradurre a me stesso i miei pensieri,
mentre cerco di ignorare il futuro
che torna ciclicamente a minacciare,
sempre uguale, sempre desolatamente vuoto
come occhi che non hanno mai visto -
dopo l'autunno ci sarà un altro autunno
e dopo l'inverno un altro inverno:
si scrive sempre la stessa poesia,
cambiano le parole e i silenzi
ma le cose non dette restano le stesse -
ed è sempre la stessa mancanza di senso
che ci spinge attraverso le stagioni,
la stessa muta, testarda ricerca
lungo i sentieri di sempre, l'orbita
della perpetua rivoluzione
che non genera nulla se non se stessa,
giro dopo giro sempre la stessa
ed è difficile persino perdersi -
ho già vissuto questo momento
e tutti quelli che lo hanno preceduto
e tutti quelli che lo seguiranno,
come una macina che stritola speranza
per produrre dolore e rassegnazione -
ma ancora a testa bassa calpesto
con rabbia le impronte passate,
la vita appesa al collo come zavorra
da trascinare fino alla fine dei giorni,
sotto un cielo senza sole e senza pioggia,
senza preghiere e senza risposte -
come si può pensare che basti
uno scatto di muscoli e nervi
per staccarsi da tutto questo,
volteggiare senza peso nell'aria
e guidarsi verso un atterraggio perfetto
scansando il rischio della caduta? -
la leggerezza non è uno stato mentale
ma un obiettivo di perfezione
che il corpo ostinato rifiuta
affondando pigramente nelle secche dell'anima -
oggi sono stanco e pesante.
Dove acquistarlo
lunedì 24 novembre 2008
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