Siamo tutti i clandestini
di qualcun altro,
espatriati dai sogni
a vagare nel mondo
senza permesso di soggiorno,
finché la legge non ci trova
e ci consegna il decreto di espulsione -
allora si ricomincia da capo.
Dove acquistarlo
giovedì 31 marzo 2016
mercoledì 30 marzo 2016
lunedì 21 marzo 2016
venerdì 18 marzo 2016
Senza titolo
Non con il cuore
o la mente:
è con la mano
che impugni
la penna,
la matita,
il pennarello,
la piuma d'oca
o tacchino,
la macchina
da scrivere
meccanica
elettronica
analogica
digitale,
il formidabile
supercomputer
dell'agenzia
spaziale
nazionale
americana -
e scrivi
la fottuta
poesia!
o la mente:
è con la mano
che impugni
la penna,
la matita,
il pennarello,
la piuma d'oca
o tacchino,
la macchina
da scrivere
meccanica
elettronica
analogica
digitale,
il formidabile
supercomputer
dell'agenzia
spaziale
nazionale
americana -
e scrivi
la fottuta
poesia!
lunedì 14 marzo 2016
Senza titolo
Mentre entravo a casa tua
ho incontrato me stesso
che andavo via:
ero un po' più giovane
e mi sentivo molto meglio.
ho incontrato me stesso
che andavo via:
ero un po' più giovane
e mi sentivo molto meglio.
lunedì 7 marzo 2016
Energetico /2 (Verticale)
Lasciatemi stare,
lasciatemi indietro,
dimenticatevi di me
che ho le radici
ancorate alla terra -
è così comodo
non dover camminare
per raggiungere
un posto qualsiasi,
non essere obbligati
a sapere di che si parla -
rispetto la natura
e la sua legge, l'ordine
immutabile, la gerarchia
della catena alimentare -
l'immobilità di un albero
è la vita che ho scelto,
confuso tra simili
in un'oscura foresta -
ma temo gli estranei,
questi affamati di spazio,
i parassiti che consumano
e divorano, e non hanno
nazione, né passato -
e intanto sogno
la liberazione dal divenire,
il ritorno definitivo:
l'abbraccio più stretto
dell'ombroso terreno,
il freddo umido che
prepara l'accoglienza,
la linfa che pulsa
sempre più piano,
un cuore che batte
e si allontana
fino a svanire,
forse il mio -
il caos del creato
rimpicciolisce
precipitando
nella stasi.
lasciatemi indietro,
dimenticatevi di me
che ho le radici
ancorate alla terra -
è così comodo
non dover camminare
per raggiungere
un posto qualsiasi,
non essere obbligati
a sapere di che si parla -
rispetto la natura
e la sua legge, l'ordine
immutabile, la gerarchia
della catena alimentare -
l'immobilità di un albero
è la vita che ho scelto,
confuso tra simili
in un'oscura foresta -
ma temo gli estranei,
questi affamati di spazio,
i parassiti che consumano
e divorano, e non hanno
nazione, né passato -
e intanto sogno
la liberazione dal divenire,
il ritorno definitivo:
l'abbraccio più stretto
dell'ombroso terreno,
il freddo umido che
prepara l'accoglienza,
la linfa che pulsa
sempre più piano,
un cuore che batte
e si allontana
fino a svanire,
forse il mio -
il caos del creato
rimpicciolisce
precipitando
nella stasi.
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