Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

venerdì 21 ottobre 2011

Senza titolo

Aspetto il tuo ritorno
da viaggi inimmaginabili
alla ricerca di te stessa
in città lontanissime
fin troppo conosciute,
dove non c’è nulla di esotico
e il cambio è favorevole –
sei sempre così presente
anche quando non ci sei:
il tuo modo di essere,
un’assenza familiare
da giugno a settembre,
quando il calore va fuori controllo
e i pensieri si liquefanno
nelle ore diurne
per riformarsi la notte,
come cubetti di ghiaccio
lasciati ad annegare
sul fondo di un bicchiere
dimenticato sul tavolo –
e intanto scruto il soffitto
sperando di vedere i tuoi occhi
a bordo del volo che ti riporta a casa,
troppo pigro per concentrarmi
sul concetto di te nella stanza
dietro le tende listate a lutto –
disteso sul letto, ascolto
lo scorrere delle distanze
come un nastro che si riavvolge
svelando un nuovo senso
per ciascuna frase, parola,
monosillabo o omissione,
ogni giro più veloce
fino al fatidico clic –
lo scatto della serratura,
il profumo dei passi –
gli aeroporti che piangeranno
la tua mancanza e i tassisti
che racconteranno a turisti
increduli di averti vista –
e io che neppure conosco
l’espressione del tuo viso
quando cammini sul tappeto
stando ben attenta
a non calpestare il pavimento –
allora faremo molto sesso
e lasceremo che il mondo
vada in rovina senza di noi.

mercoledì 19 ottobre 2011

Giuseppe Mereu @ Slam! Cagliari


Serata del 22 settembre 2011 al Caffè Barcellona

martedì 18 ottobre 2011

Ragazza Pazza

Rideva come una pazza.
"Non vedo in quale altro modo
potrei ridere, essendo pazza!", diceva.
"Potresti essere una pazza triste
che non ride mai", le rispondevo.

Diceva anche: "Se arrivasse
il maestrale, potrei volare via!"
Ma io non le credevo.
Pensavo di essere abbastanza pesante
che, abbracciandola stretta,
non sarebbe mai volata via.

Sbagliavo. Era autunno,
arrivò il maestrale.
Lei si trasformò in un fenicottero rosa
e se ne volò via verso sud.

Geco Da Guardia (I Sogni Dei Poeti)

I poeti sognano in bianco e nero,
per poter inventare per i loro sogni
colori che nessun essere umano
ha mai immaginato.
I sogni dei poeti sono finti,
come le loro parole fatte di inchiostro;
sono sogni da professionisti
che sanno come si fa a sognare.

Io ho un piccolo geco
appollaiato sul muro sopra il letto,
che veglia sul mio sonno
e che ogni notte, prima di addormentarmi,
mi chiede cosa voglio sognare.

Io di solito sogno cose semplici:
arrivare in orario al lavoro,
non prendere una multa
per divieto di sosta,
essere il re di Francia
e scampare alla ghigliottina.
Qualche volta mi capita
di avere degli incubi;
non spesso, per fortuna.

Perché Di Pomeriggio Piove

Puoi stare alla finestra a guardare
la tua auto parcheggiata
sull'altro lato della via,
con un volantino pubblicitario
incastrato nel tergicristallo
che si scioglie sotto la pioggia.

Puoi vedere un film,
sentire un disco,
leggere un libro;
puoi fare tutte e tre le cose
contemporaneamente, se sei furbo,
ma non ci capirai granché.
Puoi sederti in poltrona
a immaginare il mare.

Puoi chiederti se anche da lei sta piovendo,
se ha dimenticato l'ombrello a casa,
se si bagnerà e si prenderà un raffreddore.
Oppure se passerà il pomeriggio
a letto, sotto le coperte,
ad ascoltare il tempo che passa
e a non pensare a te.