Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

venerdì 26 agosto 2016

Ferragosto

Bianco a perdita d’occhio –
una scintilla di quarzo,
la fine e l’inizio
di un’altra eternità –
granelli di mondi
spazzati dal vento
gravitazionale
dello scirocco –
il tempo non esiste
in natura, è soltanto
un concetto astratto
che la mente umana
deve disapprendere –
passato, presente
e futuro sono
riuniti insieme
e cancellati
dalla risacca,
l’andirivieni
trasparente
che delinea
il limitare
degli istanti –
il punto all’orizzonte
dove posa il tuo sguardo:
lì è dove andremo
senza muovere
un passo
da qui.

venerdì 5 agosto 2016

Gioco della palla

Ci vuole abilità
anche nel ricevere
e stile nel rinunciare
a un tiro aperto
davanti a un esercito
di telespettatori armati
di telecomandi puntati
tutti contro di te –
un gesto irresponsabile,
insensato all’apparenza,
che libera le opzioni del vivere
dal dovere del successo –
che ricongiunge con l’essenza
di un gioco a mano libera,
di un ritorno più spontaneo
di un precipitare a corpo vivo
attraverso vetri infranti acuminati –
un pensare lento e senza meta,
abbracciare il problema,
rifiutare la soluzione –
rovescia la competizione,
proclamati vincitore
di ciò che veramente vuoi,
perché tu soltanto puoi
giudicare te stesso
e le tue intenzioni –
assolviti, non gravare
la tua vita con il peso
di errori che non ti appartengono –
danza, invece che strisciare,
vola, anziché trascinare,
rinnega lo spazio ed il tempo,
afferra una luna arancione
e scagliala attraverso il cerchio
come farebbe il ragazzo
innamorato della notte –
innalzati sulle parole
consacrando il tuo corpo
al ritmo primordiale,
docilmente lasciati giocare.

lunedì 1 agosto 2016

Senza titolo

Il modo in cui indossi il tuo corpo
mi fa sentire assente,
essere e non essere,
naufragato e dimenticato
nel martedì nero
dei disastri aerei –
ma è rossa la vista annebbiata
dalle pupille splendenti
in fondo al velo
di dramma e mistero,
soluzioni alcoliche e sonno –
domani, domani scappo
e non mi beccano più –
a nuoto, forse,
oppure in mongolfiera,
sorvolando sui dettagli
e sugli sbagli, sugli abbagli –
sui ritagli di labbra
a incorniciare
l’orizzonte degli eventi –
domani, dicevo:
domani scappo,
ma stanotte ignorando
la gravità dell’attrazione
di un ritratto astratto,
di frammenti a precipizio,
leccare il soffitto
delle parole calde,
lasciarsi cadere,
non rialzarsi.