Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

venerdì 25 novembre 2011

Senza titolo

Aprimmo la porta e ci trovammo
in un cabaret di pessimo gusto
dove grasse puttane di mezza età
sorseggiavano champagne da due soldi
strusciandosi discinte
su disperati cocainomani
in crisi d’astinenza
da comprensione carnale –
aprimmo la porta e uscimmo
a respirare le strade
dopo il crollo nervoso collettivo
delle borse mondiali,
e noi, ignari di tutto ciò,
continuavamo a cercarci domande
cui dare le stesse risposte sbagliate –
senza un posto a cui tornare,
eternamente sconfitti,
invecchiammo senza fretta
all’ombra delle grondaie
mentre un’altra erezione si spegneva
nella perfezione del silenzio.

Senza titolo

La zingara predice
che il nostro amore
durerà a lungo,
fino a domani
o forse meno,
e che sarà indimenticabile
finché non ci daremo le spalle
per riprendere le nostre strade
verso nuove solitudini.

venerdì 11 novembre 2011

Senza titolo

Vorrei essere abbastanza annoiato
per scrivere poesie significative,
ma sono troppo impegnato
a cercare di viverle.

Senza titolo

Tornando a casa la mattina presto –
la notte si attarda dietro le palpebre
delle tapparelle abbassate,
prima che il circo
impazzito del traffico
cominci il suo spettacolo
spazzandola via –
cercandomi nelle tasche
banconote di grosso taglio
che credevo di avere,
per regalarle a una zingara
che mi auguri buona fortuna
per quando sarò sorpassato –
una poliziotta mi ferma
e mi chiede i documenti –
le dico che non può arrestarmi
per eccesso di poesia.

Senza titolo

Vorrei innamorarmi di te per come
il colore delle parole che indosso
si intona alle pareti di questa stanza
dove c’è sempre troppa gente
anche quando siamo soli, tu e io.

venerdì 21 ottobre 2011

Senza titolo

Aspetto il tuo ritorno
da viaggi inimmaginabili
alla ricerca di te stessa
in città lontanissime
fin troppo conosciute,
dove non c’è nulla di esotico
e il cambio è favorevole –
sei sempre così presente
anche quando non ci sei:
il tuo modo di essere,
un’assenza familiare
da giugno a settembre,
quando il calore va fuori controllo
e i pensieri si liquefanno
nelle ore diurne
per riformarsi la notte,
come cubetti di ghiaccio
lasciati ad annegare
sul fondo di un bicchiere
dimenticato sul tavolo –
e intanto scruto il soffitto
sperando di vedere i tuoi occhi
a bordo del volo che ti riporta a casa,
troppo pigro per concentrarmi
sul concetto di te nella stanza
dietro le tende listate a lutto –
disteso sul letto, ascolto
lo scorrere delle distanze
come un nastro che si riavvolge
svelando un nuovo senso
per ciascuna frase, parola,
monosillabo o omissione,
ogni giro più veloce
fino al fatidico clic –
lo scatto della serratura,
il profumo dei passi –
gli aeroporti che piangeranno
la tua mancanza e i tassisti
che racconteranno a turisti
increduli di averti vista –
e io che neppure conosco
l’espressione del tuo viso
quando cammini sul tappeto
stando ben attenta
a non calpestare il pavimento –
allora faremo molto sesso
e lasceremo che il mondo
vada in rovina senza di noi.

mercoledì 19 ottobre 2011

Giuseppe Mereu @ Slam! Cagliari


Serata del 22 settembre 2011 al Caffè Barcellona

martedì 18 ottobre 2011

Ragazza Pazza

Rideva come una pazza.
"Non vedo in quale altro modo
potrei ridere, essendo pazza!", diceva.
"Potresti essere una pazza triste
che non ride mai", le rispondevo.

Diceva anche: "Se arrivasse
il maestrale, potrei volare via!"
Ma io non le credevo.
Pensavo di essere abbastanza pesante
che, abbracciandola stretta,
non sarebbe mai volata via.

Sbagliavo. Era autunno,
arrivò il maestrale.
Lei si trasformò in un fenicottero rosa
e se ne volò via verso sud.

Geco Da Guardia (I Sogni Dei Poeti)

I poeti sognano in bianco e nero,
per poter inventare per i loro sogni
colori che nessun essere umano
ha mai immaginato.
I sogni dei poeti sono finti,
come le loro parole fatte di inchiostro;
sono sogni da professionisti
che sanno come si fa a sognare.

Io ho un piccolo geco
appollaiato sul muro sopra il letto,
che veglia sul mio sonno
e che ogni notte, prima di addormentarmi,
mi chiede cosa voglio sognare.

Io di solito sogno cose semplici:
arrivare in orario al lavoro,
non prendere una multa
per divieto di sosta,
essere il re di Francia
e scampare alla ghigliottina.
Qualche volta mi capita
di avere degli incubi;
non spesso, per fortuna.

Perché Di Pomeriggio Piove

Puoi stare alla finestra a guardare
la tua auto parcheggiata
sull'altro lato della via,
con un volantino pubblicitario
incastrato nel tergicristallo
che si scioglie sotto la pioggia.

Puoi vedere un film,
sentire un disco,
leggere un libro;
puoi fare tutte e tre le cose
contemporaneamente, se sei furbo,
ma non ci capirai granché.
Puoi sederti in poltrona
a immaginare il mare.

Puoi chiederti se anche da lei sta piovendo,
se ha dimenticato l'ombrello a casa,
se si bagnerà e si prenderà un raffreddore.
Oppure se passerà il pomeriggio
a letto, sotto le coperte,
ad ascoltare il tempo che passa
e a non pensare a te.

giovedì 22 settembre 2011

Cupido Non Era Poi 'sto Granché

Cupido è morto, fatevene una ragione.
Lo hanno ammazzato gli americani,
forse per sbaglio,
con i loro cacciabombardieri supersonici
invisibili ai radar
e insensibili al romanticismo.

Andavano a bombardare un paese lontano,
che non sapevano neanche dove fosse
e come si chiamasse,
per esportare la democrazia.
Gli americani sono una potenza
democratica devastante.
Cupido, con le sue freccette,
non aveva speranza.

martedì 30 agosto 2011

Senza titolo

Tutto ciò che ti serve
per salvarti la vita
sono i soldi
per pagare i conti
e quell'attimo di godimento
che riesci a raschiare
dal soffitto della notte.

sabato 23 luglio 2011

Senza titolo


Le poesie migliori
sono quelle non scritte,
pensate un istante
prima di addormentarsi
e dimenticate al risveglio,
piene di sogni segreti
di cui nessuno saprà mai –
se doveste incontrarne una,
fate di tutto per perdervela.

Senza titolo

Avrei voluto scrivere
una poesia sul mal di testa,
ma purtroppo mi è passato.

lunedì 4 luglio 2011

Senza titolo


Questa poesia parla di suore –
suore in libera uscita
che imboccano divieti di transito
per entrare dall’ingresso posteriore
in discoteche peccaminose
dove strofineranno i loro corpi
contro sconosciuti strafatti di coca
per riportarli sulla retta via –
l’abito penitenziale copre
lo stretto indispensabile,
lasciando poco spazio alla preghiera
e ancor meno alla vergogna –
l’eucaristia ha sapore
di stordimento e sballo incontenibile,
estasi mistica da mescolamento
di fluidi corporei indecenti –
di ritorno alla clausura,
hanno ancora di che scandalizzarsi
per un ubriaco che piscia contro un muro,
per i cani che si accoppiano per strada
e per un barbone che bestemmia
sui gradini di una chiesa
cercando Dio nel cuore della notte.


Questa poesia è stata scritta per gioco, un gioco tra poeti con la mia amica Alessandra Fanti: ciascuno dei due ha proposto una parola, dopo di che abbiamo scritto ognuno la sua poesia, con l'unica regola che contenesse entrambe le parole proposte. Le due parole erano sapore e transito. Di seguito, la poesia di Alessandra.

Traguardi

Tra l'inutilmente atteso,
dovrò annoverare:

non il gusto
del filo di lana
strappato di slancio
a cui io stessa rinunciai
per mancata ambizione,

ma l'aroma dell'attimo perfetto
in cui tutto è compiuto,
che permea da sempre i miei sogni
e si dissolve al risveglio,
ed è il profumo fragrante del dirmi arrivata
ad un dove per l'anima
che sia casa e meritato riposo.

Il traguardo raggiunto,
consumando scarpe e tenacia,
è un sapore che io mai saprò.

La sola vittoria,
di cui potrò menar vanto
alla fine dei giorni in transito,
sarà quell'ultimo passo,
prima dell'oltre
a tutti dato,
per essere finalmente
umana tra umani.

Senza meriti nè conquiste.
Di sola vita compiuta.

lunedì 13 giugno 2011

Senza titolo

Nostalgia alcolica berlinese -
la lavatrice mi parla
in tedesco incomprensibile -
chiamerò un tecnico madrelingua
per sistemare gli accenti
e perfezionare la pronuncia -
in salotto, pezzi di muro
ricordano giornate al parco
con poeti americani -
non ho mai smesso di pensare
a quale cartolina spedirti,
anche se non so più chi di noi due
è partito e chi è rimasto.

venerdì 3 giugno 2011

Tributo A Gil Scott-Heron


Solo il silenzio
dove prima una cascata di parole
lacerava l’indifferenza
gridando forte libertà -
solo il silenzio
dei tamburi listati a lutto
incita alla rivolta
i guerrieri mistici del ghetto -
solo il silenzio
chiama i cacciatori ancestrali
a salvarsi l’anima
dal bianco divoratore

fratelli e sorelle,
solo il silenzio oggi
percuoterà le coscienze
ad ogni angolo di strada,
per ricordare che l’emarginazione
è un crimine contro l’umanità -
solo il silenzio
in memoria dei messaggeri
che hanno portato con parole di fuoco
il verbo dell’emancipazione

e tacciano i seminatori di discordia,
i fratricidi smettano di puntare
le loro armi contro se stessi,
gli spacciatori di disperazione
vadano ad intossicare
i quartieri benedetti dal sole
e dallo splendere del dio denaro,
unico e onnipotente

siate la forza del leone
e la bellezza della pantera,
siate per voi stessi la giustizia -
siate lo sguardo sensibile,
la visione dello sciamano,
l’umanità in cui sperare -
siate il rimedio al male,
la saggezza degli alberi millenari -
siate gli dei degli avi,
condotti in schiavitù
attraverso l’oceano,
che spezzeranno le catene
ai polsi dei popoli

cause now there’s only silence
where a waterfall of words
ripped indifference apart
while shouting out loud
FREEDOM, FREEDOM, FREEDOM!!!

venerdì 14 gennaio 2011

Senza titolo


Dove vanno a finire i calendari,
quando l’anno è trascorso
e le pareti si scrollano di dosso
il loro carico di giorni
variamente sprecati
e tornano levigate attese
delle consuete speranze
di cui non essere all’altezza? –
vorrei un calendario
del millenovecentosettantasette,
da appendere ogni anno
per non invecchiare mai
e rinascere tutti i giorni
con idee nuove e negli occhi
lo stupore di chi
per la prima volta vede.