Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

sabato 20 febbraio 2016

Energetico /1 (Orizzontale)

Orizzontalmente
spezzo il legame
tra causa ed effetto,
forma e sostanza,
il corpo, la mente -
risparmio energia,
risparmio me stesso,
risparmio la fatica
di cercare spiegazioni
per un gesto violento
e contro natura
come alzarsi,
fare colazione,
farsi prendere
in pieno da un autobus
diretto alla stazione -
essere gentili,
rendersi utili,
ingoiare rospi
grossi come gatti -
in cambio di cosa?
in cambio di niente,
in cambio neanche
i soldi per comprare
una dignità nuova di zecca,
una spiaggia su cui
il sole non tramonta,
un biglietto di solo ritorno
per il parco giochi
dei ricordi d'infanzia -
fanculo, oggi resto a letto,
non contribuisco
al riscaldamento globale,
allo sfruttamento
del capitale umano,
dell'ecosistema
in via di estinzione -
da sdraiato faccio la rivoluzione
rispettando l'ambiente,
il corso naturale delle cose -
e senza calpestare le aiuole.

(19 febbraio 2016, "Cucù, è sparito il Polo Sud" Poetry Slam per M'Illumino Di Meno, giornata del risparmio energetico)

martedì 16 febbraio 2016

Senza titolo

La fiducia in se stessi
è un gattone obeso
che dorme beato
alle sette di mattina
in cima a un albero spoglio,
sui rami più sottili,
in un vento da lupi,
mentre ogni cosa intorno
rapidamente muore.

venerdì 12 febbraio 2016

Senza titolo

Nessuna speranza
per i sopravvissuti
del disastro ferroviario
di questa mattina
alle sette e quarantacinque:
il treno è giunto a destinazione
in perfetto orario,
i cartellini sono stati
regolarmente timbrati,
non un solo minuto
di schiavitù legalizzata
è andato perduto –
la sveglia suonerà domani
alla stessa ora per tutti,
gli assenti non saranno giustificati.

lunedì 8 febbraio 2016

Momento Zen

Vedendo per la prima volta
il mio viso nello specchio
dopo un lungo inverno,
stufo di parole ammucchiate
ai margini come neve
sporca sui marciapiedi,
di attribuire nomi
a ciascun regalo rifiutato,
di rispedire al mittente
lettere mai scritte
per chiedere istruzioni
sulla temperatura corretta –
ma la doccia è gradevole,
la luce che mi bagna
dalla piccola finestra
è perfetta, pioggia
vibrante di fotoni
che mette in connessione
con le profondità celesti –
la mia schiena è calda,
la mia barba è soffice,
le mie mani hanno
tanto da dire
e chiedono umilmente
di essere ascoltate –
nessuna particella
del mio essere rimpiange
i mesi freddi passati
a idealizzare, teorizzare,
verbalizzare, razionalizzare,
geometrie dell’ego, strategie
della procrastinazione
per sottomettere la realtà
alla dittatura della mente –
la lotta infuria gentile
per la liberazione
dalla volontà cosciente;
la gioia è a un passo,
appena oltre l’orizzonte
irraggiungibile.

giovedì 4 febbraio 2016

Mio padre

Mio padre è una celebrità,
si finge un senzatetto
per ingannare il tempo
e fargli credere di avere
qualcosa di molto importante
da fare prima che arrivi
la stagione delle piogge
e dei rimorsi impermeabili –
e ha vinto un premio
come miglior attore
non protagonista
per una scena in cui
scoppiava a piangere
in un tram affollato,
in un’aula di tribunale,
sulla prima pagina
di un quotidiano –
l’industria nazionale
dell’appropriazione indebita
lamentava la perdita
dei valori morali
nel crimine organizzato –
più tardi, quel giorno,
ho scoperto quanto
il destino del mondo
dipenda dal modo
in cui mi lavo le mani
dopo aver ucciso.

lunedì 1 febbraio 2016

Parigi, Bruxelles, Londra, Madrid, New York, Damasco, Baghdad

Lotta di classe planetaria,
l’Occidente dichiara guerra alla guerra
e bombarda il mondo con avanzi
di cibo scadente e idiozia detonante
ad altissimo potenziale di assimilazione –
il Terrore non riuscirà a fermare
il campionato generale di obesità –
le frontiere restano chiuse,
i ristoranti installano doppi vetri
antiproiettile per proteggersi
dall’acquolina in bocca –
i barbari alle porte e noi alle finestre
mostriamo le terga in segno di civiltà,
mentre educatamente esprimiamo il dissenso
contro industrie di dolciumi, bevande
gassate e stili di vita sedentaria –
esplodiamo di salute in piazze affollate,
ma discretamente e senza
seminare il panico –
e ci chiediamo cosa faremo
al prossimo Capodanno,
se vieteranno i fuochi artificiali
per non spaventare i cani –
implacabili conquistatori
di parcheggi a pagamento
e posti soleggiati
in cui sprecare il tempo
per sentirci superiori,
invochiamo la giustizia
di una vita senza tasse,
di un lusso per ogni tasca
nascostamente rammendata
per celare le apparenze
e occultare le sostanze –
la democrazia è la sveglia
da appendere al collo
dei selvaggi, per noi
aperitivi in centro
con tacchi assassini
e cravatte antiproiettile.