Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

venerdì 22 febbraio 2013

Senza titolo

Ecco, sei libero -
sei già libero -
in verità ti dico:
lo sei sempre stato -
e non hai bisogno
di andare a votare
qualcuno cui regalare
la tua libertà
in cambio dell'illusione
di essere tu il padrone
di te stesso.

lunedì 18 febbraio 2013

Economia di guerra

Danni collaterali,
vittime incolpevoli
di calcoli inesatti –
di variabili impazzite
in un sistema infallibile
che assicura l'eternità
per gli eroi da indimenticare –
esempi di dedizione,
di sopportazione –
di sacrificazione,
scarnificazione,
sotto i colpi di frusta
che piovono dal cielo,
dalla mano sconosciuta
che agisce in nome e per conto

bombe a fissione,
a frammentazione,
a deflazione –
bombe a grappoli
di licenziati
che non vedranno la liberazione
dalla dittatura della produzione

dove si abbatte un indice
è morte e devastazione;
fame, sete e carestia,
cadaveri da seppellire –
vergogne da cancellare,
da nascondere come ciminiere
chiuso il ciclo industriale

come il respiro dei bombardieri
che posano placidi il carico
sulla terra scarificata –
isterilita, contaminata,
terra che non potrà più generare;
terra stuprata che nessuno
avrà la rabbia di vendicare

quando la sirena urla
l’orario di ingresso,
è già troppo tardi
per salvarsi la vita
nei rifugi o nelle fabbriche,
al ritmo della morte martellante
che non prevede vie di fuga
o salvacondotti per chi
si attarda, rimane indietro,
perde contatto con il tempo
che rotola impazzito

nessuna pietà per i deboli,
per le vedove e gli orfani –
e allo stesso modo,
nessun riposo per chi è stanco,
nessuna gioia per chi è afflitto,
nessun futuro per chi è disperato

il mercato nero offre
generi di sussistenza,
manodopera a basso costo
e non uno scrupolo
per chi vuole investire
per rilanciare il paese,
per risollevare le sorti
dell’economia reale

a stento, si sopravvive;
in qualche maniera sotterranea
si lavora, si resiste –
è il millenovecentoquarantatré
da settant’anni a questa parte.

venerdì 1 febbraio 2013

Pomeriggio in centro

Un nostalgico neonazista
vuole vendermi una maglietta
usata originale
da Hitler Adolfo in persona,
con stampati falce e martello
e un crocifisso capovolto,
ideale per congressi di partito
e cerimonie religiose
non troppo impegnative –
io vorrei essere altrove
o non vorrei essere in nessun posto –
anzi, non vorrei proprio essere:
vorrei soltanto dormire
e svegliarmi tra quarant’anni,
senza questo mal di testa
e con le idee chiare
su come fare fortuna
frodando il fisco
e farla franca –
ma la cosa più assurda
è una ragazza
dai capelli castani
e gli occhi marroni
che passa per strada
vestita in modo normale,
con in tasca un biglietto
del treno per tornare
ad una casa in cui
non ha mai abitato.