Gatti che attraversano la strada

Gatti che attraversano la strada
E' uscito "Gatti che attraversano la strada", il mio primo libro di poesie

martedì 19 luglio 2016

Problemi grossi

Scusa se nella mia poesia
risulta totalmente assente
l'elemento nazionalpopolare,
se parlo di cose troppo serie,
ma abbiamo problemi grossi
che non si possono ignorare 
bisognerà pur trovare un modo
perché la barba non si spettini
nelle giornate di vento forte
e dei vestiti adeguati
per le occasioni importanti
e quelle meno importanti,
per le cause inesistenti,
per le manifestazioni,
le feste e gli aperitivi 
sapere quali frasi
ad effetto pronunciare
per attirare l'attenzione
negli ambienti sociali,
quali scarpe andranno di moda
sulle piste da ballo il prossimo anno
e denunciare a chi di dovere
il costo eccessivo degli alcolici
che limita la possibilità
di scambi relazionali
con i paesi stranieri 
stare ben attenti a non graffiare
le lenti degli occhiali da sole,
acquistare equo e solidale
per dare al consumo un volto etico,
essere costantemente al passo
con lo sviluppo tecnologico 
è che si ha poco tempo da perdere
e tante cose di cui occuparsi,
non si può andare per il sottile:
c'è il mondo da cambiare,
una nazione da rifare,
uno stile da diffondere 
capisci bene che i gusti delle masse
difficilmente mi potranno interessare.

giovedì 14 luglio 2016

Tassidermia umana non autorizzata

“Scherzare con i morti
non è bello ma farlo
con i vivi è quantomeno
poco igienico”, diceva
sempre sua madre,
“e non basta lavarsi
scrupolosamente le mani
dopo aver eseguito un’autopsia
con mezzi di fortuna
su un soggetto recalcitrante
solo per passare il tempo” –
inutile, futile,
sostanzialmente vano
è quel che resta di noi
dopo la morte e resurrezione
attraverso il fuoco incrociato
del mitragliamento mediatico –
assassinato dalla televisione,
ecco l’agnello del mondo
che toglie i peccati di Dio:
il nostro corpo sacrificato,
offerto in pasto e disprezzato
alla tavola domenicale
di un interno familiare
al microonde – non è tutto odio
quel che insulta, ma la noia
ha preso il sopravvento
fino a cedere alla seduzione
della pornografia del consenso –
dittatori di noi stessi per invidia
dei diritti altrui, siamo la paura,
la repressione, l’insicurezza –
siamo ciò da cui siamo mangiati:
masticati, assimilati e infine espulsi,
pronti ad essere riciclati,
reimmessi sul mercato,
nel ciclo produttivo –
siamo risorse umane,
materiale da costruzione
per la cattedrale sociale
innalzata in onore
delle gerarchie celesti
che stampano banconote
dai volti angelici
con cui compriamo la promessa
della felicità eterna,
la catena che ci lega
e cui ogni giorno
giuriamo fedeltà.

sabato 9 luglio 2016

La città più fredda

Cagliari è la città più fredda del mondo,
quando il sole infiamma gli stagni
e l’acqua del mare ribolle,
da giugno a settembre, quando
i gabbiani non si alzano in volo
e i fenicotteri sono costretti
ad emigrare verso l’Antartico
per ritrovare un po’ di calore –
quando le slitte affannano sulle salite
come carovane sperdute e spacciate
nel deserto senza luna e senza stelle,
e il sale lo si adopera soltanto
per render praticabili le strade –
Cagliari è la città più fredda del mondo,
da dove tutti cercano di fuggire
correndo come pazzi in ogni direzione
basta che porti lontano da qui,
dove ogni giorno è un film catastrofico
di asfalto che fonde e sprofonda
e sbuffare di vapore condensato
dai tubi di scappamento delle auto –
l’aria condizionata non è mai abbastanza
per restituire il respiro ai semiassiderati
che giacciono tra sudori gelidi
e brividi sul selciato arroventato,
tra il bianco e il nero delle strisce pedonali –
non esistono turisti a Cagliari d’estate
ma soltanto esploratori sopravvissuti
di eroiche spedizioni cartografiche
e avventurieri in avanscoperta mandati
ad addomesticare i ghiacci polari
in costumi da bagno e cappelli di paglia –
anche quest’anno non andremo sulle spiagge
o agli aperitivi ad ammirare i tramonti,
ma resteremo a casa a riscaldarci
e ad aspettare l’arrivo dell’inverno
per tornare ad uscire, con gli occhi spalancati
dallo stupore di vedere la gente,
queste creature spaesate in cerca di un’anima
che duri fino al prossimo cambio di stagione.

martedì 5 luglio 2016

Battiti per minuto

Che se ne fa il mondo
di poeti senza voce,
afoni, anemici, eterni
arrampicatori su carta
inchiostrata specchiata,
guerrieri disarmati
ad una giostra spietata? –
a fine stagione
nessuno fa sconti
a chi spaccia per buoni
versi logori rimediati
a un mercatino dell’usato –
preferisco la cacofonia
rombante di un martello
pneumatico-cardiaco
ben allenato e amplificato,
sparato a centoquaranta
battiti per minuto,
che scuota i culi e le coscienze,
che guidi le danze attraverso
una stratosfera sonica
di parole dense e affilate
come cristalli cosmici,
cavalcando vulcani in subbuglio
sulla crosta di pianeti selvaggi,
domando sensuali comete
dalle bionde chiome spumeggianti,
dissetanti scie di illuminazioni
che solcano gli oceani in delirio
per precipitarsi diritte nella gola
ed erompere da ogni poro
in esplosioni di gioia incontenibile,
nell’esaltazione collettiva dei sensi,
nell’oltraggio alla pubblica decenza
della lettura sottovoce.